Metti una serata all’Ordine dei medici
Dopo una lunga preparazione, grazie alla collaborazione del Dott. De Ciccio (otorinolaringoiatra ASL5 Spezzino) ed alla disponibilità dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia della Spezia, nella serata del 14 settembre ho tenuto una relazione come Presidente ENS della Spezia dal titolo «ENS e Comunità sorda: cenni sociologici e culturali». Vi voglio raccontare come è andata.
L’incontro si è tenuto presso la sala riunioni dell’Ordine. Dopo il saluto del Presidente Dott. Barbagallo, ha aperto il Dott. Giorgio Ferrari, Primario di Otorinolaringoiatria ASL 5 Spezzino con una relazione «Comunicare non è solo parlare». Ha spiegato come esistano diverse modalità di comunicazione. E’ stato poi il turno del Dott. De Ciccio che ha spiegato come la comunicazione interferisca con l’ambiente sociale e l’evoluzione dell’uomo. Le due relazioni, dal mio punto di vista, sono state molto interessanti e largamente condivisibili.
Durante la mia relazione, invece, dopo aver raccontato la mia esperienza personale, ho spiegato come mai noi sordi parliamo di prospettiva socio-culturale. Certamente il tempo non era sufficiente per esaurire approfonditamente ma ho cercato di portare esempi di “vita vissuta” attraverso anche studi del settore. Il mio messaggio principale era: “quando parliamo di sordità, la vediamo sempre in due prospettive: quella medica e quella socio-culturale. Ci si è abituati a contrapporle ma io vi propongo invece di farle dialogare insieme”.
Dopo un breve break c’è stata la conclusione affidata al dott. De Ciccio che ha ripercorso la storia della sordità dalla Grecia al Congresso di Milano del 1880.
Sono molto soddisfatto dell’incontro in sè: è stata un’importante occasione per cercare un dialogo ed un confronto su questi temi. Troppo spesso non si tiene conto della persona sorda come portatrice di valori e di potenzialità come gli altri, solo impiegabili in maniera diversa. Il primo approccio è quello di “correggere” il difetto, “aggiustare” l’orecchio. Tutto il resto passa in secondo piano. Ma l’identità che si forma in quei primi mesi? Non ci preoccupiamo di crescere una persona che non sa se è carne o è pesce? Sono domande che dovrebbero far riflettere. Fare dei distinguo tra LIS, impianto cocleare, logopedia è inutile e non porta a nulla: chi ci perde è solo il sordo. Mettiamogli invece a disposizione tutti gli strumenti possibili per la vita di tutti i giorni. Poi facciamo scegliere a lui cosa gli conviene o preferisce usare.
Non è difficile, vero?