Come sostenere un bimbo sordo? Il punto di vista di un psicologo sordo.
Voglio condividere un interessante servizio della dott.ssa Elisabetta Gusmini che ha intervistato il psicologo Dott. Mauro Mottinelli: condivido appieno quanto lui sostiene, in particolare l’importanza dell’identità, della sua accettazione ma sopratutto anche l’importanza del rapporto/approccio con la famiglia di provenienza.
Vediamo insieme il video disponibile anche su Youtube e riflettiamo insieme.
Mauro propone una fotografia, ai più vista, sentita e svicerata in molte sfumature. Vorrei aggiungere una piccola riflessione sul rifiuto della LIS da parte dei genitori udenti: oltre alle motivazioni che Mauro ha detto, un altro motivo potrebbe anche essere la loro paura di avere un figlio completamente diverso da loro stessi?
La LIS potrebbe essere vista come un marchio di diversità nell’ambito famigliare? Se il figlio sordo segna, allora noi genitori non lo riconosciamo più.
Un altro pregiudizio figlio forse anche delle considerazioni espresse egregiamente da Mauro: punizione divina, segno che uccide la parola, mancanza di serenità del rapporto genitori/figlio e chi più ne ha più ne metta.
Oggi si ha troppo paura della diversità: diverso significa costi, discriminazioni, problemi, necessità di integrazione, difficoltà di comprensione e di comunicazione. Non si pensa mai come possa essere invece stimolo di costruzione di un qualcosa di più grande. Questa paura inconscia comporta che sia meglio appare simili agli altri, sani, senza pensieri strani, sempre alla moda, con il marchio in uso.
Alla luce di questo, è importante parlare bene e sapere leggere tutte le parole del mondo, non importa se si conosce il loro significato oppure costruire un bambino sordo autonomo, consapevole della propria identità e dei supporti e strumenti a disposizione per la propria autonomia nella vita e nell’apprendimento?
Grazie Mauro per aver condiviso le tue riflessioni e grazie alla psicologa Elisabetta Gusmini per averla diffusa.